La festa dell’Epifania porta a compimento le celebrazioni del Natale, attraverso la manifestazione di Dio in Cristo Gesù a tutte le genti. Oggi viene sottolineato il carattere universale dell’incarnazione: il Signore si mostra al mondo come colui che rivela e fa vedere il volto del Padre. E’ una manifestazione che ha anche un carattere temporale: infatti è nel corso della storia che il Signore si svela come l’Emmanuele, il Dio con noi, che ci chiama tutti alla salvezza. E’ in questa luce che comprendiamo l’annuncio del giorno della Pasqua e delle altre feste dell’anno liturgico che, di fatto, dispiegano nel tempo il mistero dell’amore di Dio per l’uomo.
Il Vangelo, attraverso la figura dei Magi, ci fa contemplare il punto di arrivo della lunga ricerca della fede. Questi personaggi misteriosi esprimono la condizione più vera di ogni uomo, che deve intraprendere un viaggio per trovare una risposta alle domande interiori che lo agitano. I Magi non hanno certezze, essi si mettono in cammino, vincendo le proprie paure e scoprono di non essere soli perché una stella li guida e li precede. I Magi tornano a casa per un’altra strada, perché tornano diversi da come erano venuti. L’incontro col Messia è il fine della loro ricerca, ma non la fine del loro cammino, per questo essi hanno ri-orientato il percorso della loro vita alla luce di Colui che hanno adorato, amato e servito. Incontrare realmente Cristo porta sempre a convertirsi e cambiare la direzione della propria vita.
Ti sei rivelato oggi al mondo, e la tua luce, o Signore, ha impresso il segno su di noi che, riconoscendoti, eleviamo a te il nostro inno: Sei venuto, sei apparso, o luce inaccessibile che sveli a noi l’Eterno, Colui che è compassionevole e misericordioso e che ci ha teso le mani per abbracciarci nel suo perdono. (Dalla liturgia orientale)